I VERDI RIMINESI VOGLIONO RINASCERE IN PREVISIONE DELLE ELEZIONI REGIONALI DI GENNAIO 2020. MA CON QUALE IDENTITÀ? ASSEMBLEA COSTITUTIVA CITTADINA DI UN SOGGETTO POLITICO ANCORA INCERTO
La serata dei Verdi riminesi di martedì sera 15 ottobre 2019, in corso Augusto, suggerisce la domanda di rito: “Ce la faranno i nostri eroi?”. Si ricostituisce anche qui come in altre varie località emiliano-romagnole, non ultima Bologna, la, chiamiamola così, sezione del Solecheride in previsione dell’Assemblea dei Verdi regionali a Bologna (18 ottobre 2019). Si avvicinano le elezioni regionali del gennaio 2020. Più altre incombenze: riscaldamento climatico, giovani e giovanissimi che si mobilitano, buon risultato dei verdi d’oltralpe alle europee del 26 maggio 2019. Che sembrano tutte quante invocare una rinascita politica dell’ambientalismo. Anche quello nostrano. Ma come? Da dove partire? Per diventare che cosa? E utilizzando in che modo gli eventuali suffragi a una cifra?
Un interrogativo, quest’ultimo, formulato da Silvia Zamboni, capolista del Nord-est per Europa Verde alle ultime europee, nonché giornalista, autrice di libri e quant’altro in ambito green. “Col Pd o soli? Bonaccini ci corteggia: ci ha confessato che anche il nostro 3% potrebbe salvare la maggioranza attuale. Sulla base dei dati delle europee la destra ha già vinto”. Al quale interrogativo Marco Affronte, deputato europeo della passata legislatura, ha risposto così: “No ad alleanze, sì ad un piccolo partito che pungola”. Ammesso, naturalmente, timore espresso sempre da Affronte, “che i due partiti attualmente al governo non ci portino via i temi” e, in qualche modo, l’esistenza di un partitino ambientalista diventi superflua.
Timore, però, respinto dai promotori della rinascita dei verdi riminesi, per i quali Pd e Cinque stelle “non vogliono scontentare il proprio elettorato”. In altri termini, non faranno scelte in grado di soddisfare i Verdi, il cui “elettorato è più elevato”. Zamboni, in particolare, ha sottolineato l’importanza del target rappresentato dai giovani, che in buona misura “non hanno rappresentanza politica” e si tratta spesso di giovani espressione di “associazioni e gruppi molto attivi nel territorio” con iniziative molto green, molto innovative, molto frutto di studio e competenze come i pro-bici Ciclisti Urbani Rimini e gli anti-mozziconi per terra di Smoke box Rimini, i cui rappresentanti partecipavano alla serata: invero poco affollata.
La mozione, intitolata “Rigenerare: per una società del benessere sostenibile ed ecologista”, letta da Cesarino Romani, verde storico, assessore e gran propugnatore del parco eolico nell’Adriatico, è severa sulle cause delle ceneri in cui il movimento politico verde è stato ridotto in Italia, dalle quali vorrebbe rinascere. Ha incontrato però la critica severa di Renzo Agostini, di Terra e sole, leader riminese nel biologico. “La gente va trovata sulle cose da fare. Bisogna quindi fare uno sforzo enorme per passare dalle mozioni alle emozioni uscendo dal politichese e affrontando tanti temi che davvero possono coinvolgere: la bici, certo, ma soprattutto l’alimentazione, uno dei problemi principali, e poi la medicina, la salute, l’obesità”. Peraltro, a rileggerla, la mozione pare oscillare eccessivamente tra la genericità e addirittura l’elusività nella formulazione di alcune istanze (di collina, per esempio, non si parla proprio) e l’assolutezza di altre pro o contro: ad esempio, il parco eolico off-shore caro a Romani e i “maxi ripascimenti” da sopprimere.
In particolare, per drenare “nuove energie” è stata richiamata alla memoria l’esperienza di partecipazione ormai lontana (e defunta) di Agenda 21 ed in effetti è questo del contributo dal basso l’ambito su cui la serata ha espresso maggiori convergenze. Si è parlato, al riguardo, di “micro partecipazioni locali” al fine di portare “contributi a vantaggio della specificità dei singoli territori” e di “tavoli di lavoro” da costituire quanto prima. Una sintesi, però, in politica va sempre cercata e purtroppo attualmente la politica verde italiana non ha più nemmeno un simbolo unico, bensì due: quello storico della Federazione dei Verdi e quello neonato di Europa Verde.
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