AAA CERCASI ADULTI EMPATICI ED EDUCATORI COOPTANTI NON COERCIZZANTI PER ADOLESCENTI A RISCHIO GESTI ESTREMI. ANALISI DEL PROBLEMA SOLDI E IDEE SECONDO PAOLO UGOLINI DIRIGENTE SOCIOLOGO DELLA SALUTE AUSL ROMAGNA (seconda puntata)
by Giuseppe Fabbri e Tiziana Lugaresi
by Giuseppe Fabbri e Tiziana Lugaresi
Tra
le dipendenze presso gli adolescenti, oltre alle sostanze, ci sono le “azioni a
rischio”. Le racconta la cronaca di questi giorni con giovani di tredici-sedicenni
che si selfano sulle rotaie dell’alta velocità a Borgo Panigale e a Bologna. Di
questi comportamenti estremi e apparentemente assurdi Matteo Lancini,
psicologo, psicoterapeuta, presidente della Fondazione Minotauro e docente di
Compiti evolutivi e clinici dell’adolescenza e del giovane adulto del
Dipartimento di psicologia dell’Università Milano-Bicocca, svolge un’analisi su
Sestante, Rivista scientifica di
valutazione nella salute mentale, dipendenze patologiche e salute nelle carceri,
che, diretta dal sociologo della salute Paolo Ugolini, è l’organo di fatto del Sistema Sanitario Regionale dell’Emilia-Romagna. Che,
per contrastare questo genere di problematiche, ha promosso anche uno specifico
Piano per l’adolescenza 2018-20. Unico esempio, dice lo studioso, nel panorama
nazionale.
Osserva
Lancini che forme antitetiche come il ritiro sociale e la sovraesposizione sono
due reazioni allo stesso disagio. E cioè al senso di inadeguatezza, alla
percezione di non farcela, di non vedere uno spazio di realizzazione di sé nel
mondo: un mondo rappresentato da un universo real-virtuale, dove la propria
esistenza è testimoniata dall’essere in rete, raccontando di sé ed anche dei
propri privati pensieri ad un numero sempre più alto e fedele di altri
individui, pronti a confermare il valore della tua persona a suon di like,
spunte ed emoticon. L’io domina, l’Altro si dissolve, la ricerca della popolarità
a tutti i costi s’impone. È, del resto, la società stessa di internet, del marketing e
della cultura e sottocultura mediatiche che alimenta attese di successo
personale.
Attese,
però, destinate facilmente a crollare nell’impatto con una realtà rappresentata
dal corpo toccato in sorte, dalla competizione spasmodica in ogni ambito, dal
potere orientativo sempre più pervasivo dei coetanei (follower). “I giovani
–sintetizza a sua volta Paolo Ugolini- oggi sono
figli di un sistema costituito da prospettive ideali irraggiungibili, destinate
ad innescare una potente fragilità generazionale”. Piuttosto che opporsi e/o
ribellarsi questi giovani devono fare i conti con la percezione di non essere
mai abbastanza accettati in termini di successo, bellezza… e di sentirsi e/o
essere individui deludenti, pervasi da sentimenti di inadeguatezza e vergogna. Le
sostanze stesse non servono a trasgredire. Se mai ad anestetizzare ed energizzare.
Sono antidepressive, dopanti…
E
poi c’è il supermarket della rete, che è un po’ il brodo di coltura del trend.
La rete col gaming, gambling, challenge e altre dipendenze da essa mediate. La sua offerta è molto
più ricca di quella della strada (o della ferrovia), la quale comunque è con l’on-line
sempre interrelata, dipendente. Sono solo giochi, ovviamente, e l’adolescente ne è
sostanzialmente consapevole, ma lo spirito con cui partecipa all’”offerta
plurima” è mosso dall’onnivora ricerca di sensazioni tipica di un'età, nella quale impulsività e trasgressione giocano un ruolo forte. Si
tratta di un ambito di studio non ancora pervenuto
ad una definizione piena dei parametri, ma le evidenze parrebbero già rivelare che in questo brodo primordiale un
adolescente su dieci sviluppa comportamenti
compulsivi e disfunzionali dietro l’apparente normalità.
Necessiterebbero,
questi giovani, di adulti autorevoli capaci di svolgere la propria funzione
responsabilmente e “di farsi carico della società complessa che abbiamo” loro allestito, favorendo “le condizioni minime per
consentire di realizzare un progetto futuro”. Insomma, genitori consapevoli e
creativi, insegnanti competenti ed appassionati, in grado di offrire
un’alternativa possibile per la realizzazione del sé adolescenziale. Adulti cooptanti,
non coercizzanti, e “che non intendano perdere altri decenni a vietare
l’ingresso in aula di smartphone o a scoprire se qualcuno ha copiato su
wikipedia”. Dal
momento che il convitato di pietra in questa battaglia non è internet, continuamente
tirato in ballo come capro espiatorio. Bensì, sottolinea Lancini, il suo contrario: gli spazi
vietati al gioco, la paranoicizzazione dell’altro, i cortili diventati solo
passi carrai e i giardini off-limits perché frequentati prevalentemente da cani
e rispettivi padroni. E famiglie certamente affettive, ma dai ruoli parentali
deboli (figura paterna in primis). Che scolorano al cospetto di modelli
identificativi alternativi alla famiglia e alla scuola stessi.
Secondo
Ugolini, in una società così pesantemente infiltrata da attese
consumistico-edonistiche, lavorare per incentivare la Comunitas appare assolutamente improcrastinabile.
La Communitas nasce dalle persone e costituisce la dimensione di appartenenza
ad un luogo, un territorio e si differenzia dalla Societas che corrisponde al
sistema di servizi sempre più onnicomprensivi che le istituzioni ci forniscono
e che vorremmo sempre più efficienti ed efficaci ma sono calati dall’alto. “Bisogna
ricercare con azioni concrete -ammonisce- il senso di comunità che anche nel
nostro territorio è andato perdendosi, nel quale cioè adulti anziani e giovani
abbiano un ruolo per assicurare ai cittadini benessere, coesione,
riconoscimento affettivo”.
“Non
c’è casa, se non c’è Contrada” è, per esempio, un’iniziativa nata per opera di
alcuni residenti della Contrada delle Trove, a Cesena, che ha riscosso un
successo crescente. Ma non mancano altre minori iniziative disseminate sul
territorio finalizzate ad aggregare gente attorno ad un quartiere, una scuola, un
parco. Visto anche che sul versante istituzionale, quello del Sistema dei
Servizi Socio-Sanitari, poco o
nulla si fa per preservare e potenziare la dimensione comunitaria, per far
crescere la partecipazione della popolazione coinvolta, renderla protagonista
delle scelte. E non solo beneficiaria di prestazioni e servizi.
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