Sicuramente è stato un Davide Tutino, il prof testimone della galassia no vax, molto diverso da quello conosciuto attraverso le interviste con i media, che so, Piazza pulita: in quelle occasioni era netto, immediatamente comprensibile e controvertibile. Quello invece di ieri sera 24 novembre 2022 nella saletta del bar del Seven Sporting Club, invitato dal factotum dell'istituzione sportiva savignanese Christian Brigliadori, appariva più scivoloso e difficile da agguantare. Per dirne una: non ha mai pronunciato la parola vaccino, e neppure mascherina. Banditi con metodo termini come sottomissione o totalitarismo del Tutino braveheart della stagione pandemica ormai alle spalle.
Al pubblico che non ha lasciato una sedia vuota, a ennesimo merito di Brigliadori e del suo fiuto per il pensiero che mobilita, ha parlato di libertà. Un tema da far tremare i polsi, ma che, vax o no vax, per un prof quale Tutino è (crediamo reintegrato dopo l'allontanamento senza stipendio per il rifiuto, formula sua, di "farselo mettere dentro", lo Pfizer naturally, e la decisione di trasformarsi in contestatore totale della politica di contrasto al mordo) è come la farina per un fornaio. In qualche modo non solo è la sua materia prima, ma anche possiamo facilmente presumere che poco o tanto se ne porti addosso sempre un po' anche quando non è in classe.
E noi l'abbiamo ascoltato come si ascolta un prof. Tutino ha il merito di pesare ogni parola prima di consegnarla all'auditorium. Era così, del resto, il Tutino televisivo, altrettanto quello savignanese. Solo molto meno politico, molto più universale, molto più lontano dal qui e ora della polemica giornalistica: probabilmente un Tutino nel habitus in cui sta più a suo agio.
Anche se il vizio (parrebbe di ascendenza pannelliana) della disobbedienza non l'ha perso. Per lui il Covid-19 è stato come una sorta di "chiamata". Una disgrazia, certo, quella di essere stato espulso dalla scuola senza stipendio. Ma anche la contingenza in cui, come avrebbe detto Alessandro Manzoni, Dio l'ha guardato. E anche i media. Ancora sta seguendo questa stella.
Per esempio ci ha confidato di "avere violato la legge contro le sanzioni alla Russia regalando qualcosa all'ambasciata" al fine di contestare le medesime "imposte da Europa e Usa perché le sanzioni sono contro la Russia ma anche contro di noi e a vantaggio degli americani". E lì, però, in questo nuovo cimento, noi lo lasciamo cordialmente. Preferendo concentrarci sugli ucraini e sulle sofferenze feroci che subiscono a causa di un despota. Che sulla libertà non ha nulla da insegnare.
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