La sorpresa maggiore di un paio di giorni a Ferrara circa tre settimane fa è stata il quadro di Vittorio Sgarbi dipinto da Carlo Guarienti, artista che l’anno prossimo compie cent’anni. Un Vittorio bravo ragazzo, tranquillo, ma anche doppio, verrebbe da dire, quale in effetti è.
Si tratta di una retrospettiva che attraversa tutta la carriera di Guarienti, pittore e scultore straordinario che, partito nel dopoguerra da un rifiuto dell’arte astratta per sposare il realismo, poi però si cimenta nella geometria, nella natura morta, in sperimentalismi vari, nel surreale. "Un’arte mentale” è l’etichetta che gli assegna Sgarbi stesso, che della mostra è anche il primo ispiratore. .
Le opere di Guarienti stanno alla fine del lungo e impegnativo percorso storico del castello e questo non aiuta a gustarle ed apprezzarle come meriterebbero, perché ci si arriva sfiniti. D’altra parte non si può evitare di appropriarsi dell’intero scrigno, all'interno dello storico edificio, sulla parabola della città e della dinastia, gli Este, che su di essa investirono ambizioni di grandeur, passione per la bellezza, megalomania e, naturalmente, autocrazia.
Scoprendo che Ferrara, che non è una città romana, ma gota, in qualche modo è anch’essa, come l'opera di Guarienti secondo Sgarbi, un prodotto mentale. Tant’è vero che l’ultima “addizione”, l’ultimo ampliamento, quello di Ercole I, fu in gran parte velleitaria. Più sulla carta che nei fatti. Una grande idea incompiuta.
Ottima base per visitare Ferrara è lo Student's hostel estense in Corso Biagio Rossetti a due passi dall'imbocco di Corso Ercole d'Este, col pavè, gli edifici istituzionali e veri e propri gioielli come Palazzo Gulinelli, tutto in cotto, elegante e caldo. Restaurato dopo il sisma del 2012, ci strappa un "Meno male che abbiamo i terremoti!" tanto ne siamo estasiati.
Una incauta uscita. Come espiazione ci imporremo in serata una pessima piadina a prezzo sproporzionato nel cortile del Palazzo della ex-Borsa, sempre in Corso Ercole. Ovattato e riscaldato di giorno dal suo suggestivo lucernario, di sera si trasforma in confluenza della movida.
Successivamente, un plus di colpa ci conduce alla visione di Il piacere è tutto mio al cinema parrocchiale San Benedetto, situato in una traversa di un Corso Po davvero terreo nella sera domenicale. Emma Thompson nella parte di una anorgasmica anziana signora che punta al riscatto in zona Cesarini col bellissimo Daryl McCornack è giusto, come la presentano i manifesti, una favola. Meno credibile però di Cenerentola.
All'andata no; al ritorno invece c'è un bel diretto per Cesena nel pomeriggio senza cambio a Bologna.
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