Sarebbe stato meglio informare bene i cittadini, e preventivamente, riguardo al progetto che prevede nel quartiere pre-collinare cesenate di Ponte Abbadesse lo scavo di un paio di vasche di laminazione con asporto di 140 mila mc da un terreno agricolo sulla sinistra del Cesuola. Il fine del lavoro, insieme a molto altro di più al prezzo di quasi sei milioni, è di contenere eventuali esondazioni bi-centenarie del rio, ma comporterà un certo impatto sulla vita del quartiere.
I cui abitanti sono stati sostanzialmente esclusi dalla possibilità di intervenire con rilievi e/o critiche. Non solo perché la procedura di approvazione si è svolta ad agosto (2021), mese deputato alle ferie. Anche perché la documentazione del progetto stesso in quell’agosto era ancora carente di significative integrazioni in seguito imposte dagli uffici bolognesi della regione. E mancavano anche dettagli dolorosi non sottoposti all'attenzione degli abitanti neppure il primo settembre 2021, cioè in occasione della presentazione del progetto complessivo presso la sede del quartiere e online. Li avrebbero appresi solo dopo. Per caso. L’assessora all'ambiente Francesca Lucchi s’è difesa al riguardo sostenendo che ne fosse ignara lei stessa. Difficile crederlo…
Di sicuro non lo credono alcuni cittadini che per farsi sentire si sono costituiti nel comitato PonteAbbadesseAttiva, immediatamente nato col fine di imporre almeno qualche cambiamento di carattere, per così dire, ecologico alla questione del movimento terra. Per esempio destinandolo al risanamento della discarica di Rio Eremo, che sta a monte del quartiere lungo la via Sorrivoli. L’intervento, di competenza del Comune di Cesena, è auspicato da lustri. Lo stesso presidente del quartiere, Amleto Gazza, Pd, ha protestato pubblicamente per quel procedere senza informare a dovere.
La principale ragione di disappunto sta nella volontà della Regione con avvallo del Comune di far confluire la maggior parte della terra escavata sopra un campo di proprietà del cesenate Arturo Santini, presidente di Alce Nero, big nazionale del biologico. È situato a poche centinaia di metri di distanza dal Cesuola. Non solo però sta in area di rilevanza ambientale e all’interno del percorso podistico dei Gessi e la terra importata non è biologica. Ma anche si tradurrebbe in un via-vai di quasi dodicimila camion nell'arco di sei mesi per dieci ore al giorno, andata e ritorno, attraverso la via Sorrivoli e, soprattutto, la via Falconara. Che è senza marciapiedi e vi si affacciano case unifamiliari, impianti sportivi, il bar e pure la chiesa e la parrocchia, che peraltro al comitato sta prestando la sede degli incontri. Perfino dall’interno della giunta di Enzo Lattuca sarebbero sorti segnali di disagio per una decisione che neppure l'assessora Lucchi ha saputo confortare con argomenti inoppugnabili.
Soprattutto se si considera che il campo di Arturo Santini è adiacente alla via Falconara quando questa piega a sinistra. Ebbene, a seguito del conferimento della terra verrebbe elevato di oltre un metro, forse due. Si teme quindi che si trasformi in fattore di squilibrio idrico ai danni dei piani terreni delle abitazioni immediatamente a valle. La zona è storicamente problematica riguardo alle acque meteoriche e non solo: anche per la falda molto prossima alla superficie. Si caratterizza già infatti per tutta una costellazione di mini vasche di laminazione connesse agli edifici sparsi sorti negli anni.
Nel frattempo la vicenda, che forse l’assessora preferiva senza clamore, è ormai esplosa in città e le forze politiche di minoranza accorrono a bussare alla porta del comitato per raccoglier lumi. Pare scontato che approderà presto in qualche forma a palazzo Albornoz e forse pure a Bologna.
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