martedì 2 agosto 2022

CESENA OVVERO LA PARTECIPAZIONE VOGLIO/NON VOGLIO. CHIEDO AI CITTADINI MA ANCHE NON CONSULTO E NON RENDICONTO

Cesena - Le dimissioni di Amedeo Farabegoli dalla presidenza del quartiere Rubicone sono successivi ad una esplicita denuncia di mancata partecipazione da parte dei suoi stessi consiglieri. “A tutt’oggi l’impegno dei consiglieri (salvo rare eccezioni Magnani Gabriele) non c’è stato” dichiara Farabegoli nel verbale del maggio 2022. Niente di sorprendente: sono lontani i tempi in cui i cittadini erano, anche ideologicamente, attivi negli organismi deputati, non ultimi quelli di quartiere. Certo, sempre stando ai verbali, l’ex-presidente sembrerebbe non risparmiare pure una stoccata ai piani alti dell’amministrazione comunale, quando aggiunge: “L'importanza e la considerazione dei Quartieri è ridotta ai minimi termini da Settembre 2020”, cioè dall’elezione dei 12 nuovi organismi locali (124 consiglieri totali) con nuovo regolamento rispetto al passato. Forse non proprio “ai minimi termini”. In modo parecchio ambivalente, però, sì.

Da un lato non li snobbano affatto. Se, per esempio, in un consiglio ci sono componenti che avanzano richieste o sollevano problemi a cui solo l’assessore competente può fornire risposta questi non manca di interloquire. In presenza naturalmente. Magari anche solo per delineare i limiti del proprio possibile intervento come nel caso della Sagra del Minatore a Borello, che quest’anno non si farà: mancano le risorse umane e materiali. E il comune, spiega l’assessore Luca Ferrini (economia, sicurezza e legalità) “può solo dare una disponibilità organizzativa” all’impresa. E pure soldi. A patto che il referente sia il terzo settore. Mica il quartiere stesso, che a Cesena è una istituzione rinata nel settembre 2020, ma solo octroyée, concessa. Per favorire, appunto, la partecipazione. La legge la vieterebbe.

Le note più dolenti stanno altrove, quando cioè si esamina la partecipazione come processo dell’amministrare. Dalla audizione del 21 giugno 2022 in seconda commissione risulta che l’assessora Francesca Lucchi non ha sottoposto all’esame della neonata consulta per l’ambiente questioni come la creazione di un bosco periurbano nell’area periferica detta del Fagiolo e il taglio di piante, anche consistenti, lungo il Savio. I neonato codice della partecipazione approvato nel marzo 2022 all’art. 4 (principi generali) gliel’avrebbe consigliato. E lo stesso presidente della consulta, Maurizio Pascucci, l’ha incoraggiata in questa direzione per il futuro. Invito più che mai a proposito perché, come verificato già in relazione ai lavori di gestione delle piene bicentenarie del Cesuola nel quartiere di Ponte Abbadesse, informazione preventiva e coinvolgimento dei cittadini non sono corde attivissime nell’ingegnera.

La quale, però, oltre che non sensibilissima al tema partecipazione, è anche vittima dell’approccio oscillante dell’amministrazione di Enzo Lattuca alla materia. Da un lato, come qualsiasi architetto sa, a Cesena, in Italia, c’è la “programmazione partecipata” imposta dalle direttive europee e dalle leggi nazionali e regionali esprimentesi nei complessi iter di approvazione dei vari Pug e Pums con audizioni, focus group, questionari, commissioni, portatori d’interessi, associazioni, osservazioni, controdeduzioni e tant’altro per condividere la programmazione su temi come l’edilizia e la mobilità; dall’altro lato però la partecipazione su tante altre deliberazioni, per quanto santificata dal sopracitato codice e incentivata da iniziative come Cesena partecipa, in cui si chiede ai cittadini stessi di fare proposte, naturalmente finanziate dal Comune stesso, non prevede una delega assessorile. C’è solo un referente amministrativo con compiti di promozione della partecipazione”, in primis quella che fa capo ai 12 quartieri.

Ai quali quartieri quindi torniamo per verificare che, primo, i verbali delle loro attività sono redatti dai presidenti stessi, il che non è certo garanzia né di trasparenza né di solerzia ed esaustività. Si riscontrano poi situazione eclatanti. La più seria quella per cui il coordinatore del collegio dei presidenti di quartiere Fabio Pezzi non ha pubblicato alcun verbale nello spazio del suo quartiere, il Ravennate, ad eccezione di quello del 1 ottobre 2020 che consacra l’insediamento del consesso e la sua nomina. Il presidente del Ravennate nonché presidente del collegio dei presidenti dei dodici quartieri. Venti mesi senza rendicontare riguardo all’attività del suo quartiere.

Al riguardo la funzionaria dell’Ufficio Partecipazione ci ha spiegato che sì, effettivamente, i verbali non ci sono, anche se questo non significa che non siano stati fatti. Da qualche parte saranno. Non abbiamo ragione per non crederle, ma ci ha colpito parecchio sentirci riferire che a rigore, però, i verbali delle attività dei quartieri non sarebbero “obbligatorissimi”. Ci riporta infatti all'interrogativo di partenza: ai quartieri gli amministratori di Cesena ci credono o no?


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