domenica 21 agosto 2022

ANCORA SUL PALAZZACCIO. LA PANCIA DELL'AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI CESENA NON SA CHE LA SUA IMPORTANZA NON DERIVA DAL RUOLO CHE VI EBBE IL DEMONIO MA IN QUANTO FU EPICENTRO DEL MOTI RISORGIMENTALI DEL 1831-'32.

 

Urge segnalare al sindaco di Cesena Enzo Lattuca, alla sua giunta e, in cima a tutti, all’assessore alla cultura Carlo Verona che il cosiddetto Palazzaccio situato sulla collinetta che sta al centro del quartiere Fiorita è importante per la città non per via della leggenda del suo legame col diavolo. Bensì per i moti risorgimentali del 1831-’32.

Nello specifico, come ci spiegano gli storici locali, il 20 gennaio 1832 fu quartier generale dei patrioti in particolare nel frangente in cui le forze reazionarie pontificie e austro-ungariche, sfondate le porte della città e lasciati sul terreno un po' di morti innocenti, spensero il pronunciamento patriottico. Fu, per i progressisti di allora, una sconfitta, per quanto temporanea, perché poi nel 1859-61, come tutti sanno, si formerà il novello stato italiano, ma fu vera, documentata, oltre che diabolicamente umana. Quindi degna d’ogni sorta di priorità in relazione all’edificio. Con buona pace del signore delle tenebre.

Invece, come rivela il testo riguardante il manufatto incluso nel totem illustrativo del quartiere Fiorita quale esempio di edilizia popolare degli anni dal 1949 al '63, totem piazzato proprio in faccia al quasi rudere secentesco, per gli amministratori di Cesena l’importanza del medesimo dipende tutta dalla leggenda che il maligno eccetera eccetera. La motivazione scientifica e storicamente aggiornata non fa breccia.

A nulla sono serviti, insomma, i dotti articoli giornalistici dei mesi recenti, né le solenni cerimonie con tanto di vigili e carabinieri, gli incontri col gotha politico amministrativo cesenate e neppure le serate illustrative da parte degli storici sopracitati alla presenza dei rappresentanti dei partiti. Tutti consenzienti naturalmente sulla necessità del recupero del manufatto, e non certo per appiccicarci la targa “qui si narra che belzebù eccetera eccetera...”.

Assessore Verona, come spiega la circostanza per cui nell’allestimento del materiale informativo sul Palazzaccio da utilizzare nel totem vi siate affidati all’associazione Aidoru? L'associazione, infatti, con diecimila euro di stanziamenti regionali aveva svolto un lavoro di studio e apprendimento sul tema dei quartieri cesenati di edilizia popolare quali appunto il Fiorita e il Vigne in collaborazione di studenti e docenti di vari istituti cittadini. Poi, però, occupandosi anche del Palazzaccio, ha sprovvedutamente sposato la tesi diavolesca.

Invece di informarsi a dovere, Aidoru si è avvalsa della consulenza dello storico locale Franco Spazzoli, il quale, come testimonia anche il sito www.aidoru.org, non si limita solo a raccontare la leggenda del diavolo eccetera eccetera. Aggiunge anche che episodi inquietanti e rilievi con strumentazioni sofisticate raccolti nell'edificio potrebbero essere riconducibili effettivamente ad una presenza di qualcosa... qualcosa da brivido... tra le sue mura scalcinate e pericolanti.

Insomma, il Palazzaccio ovvero il castello di Azzurrina a Montebello di Poggio Torriana in salsa cesenate. Che, certo, in questa mini-storia di dilettantismo e improvvisazione almeno fa un po' ridere. Un po' anche piangere.


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