lunedì 26 agosto 2024

AL FERRARA BUSKERS FESTIVAL LA STORIA DI UNA MUSICISTA INNAMORATA DELLA STRADA COME LUOGO DI CONOSCENZA E CRESCITA. UN LIBRO RACCONTA IL PERCORSO ESISTENZIALE CHE HA PORTATO LA SASSOFONISTA FLOR GOLDSTEIN A VEDERE NEL BUSKING LA PROPRIA VOCAZIONE


Busker si diventa e lo racconta una artista di strada del Ferrara Buskers Festival nel suo libro intitolato Dalla strada, tradotto dallo spagnolo da Angelo Giordano e presentato al Ferrara dall’autrice stessa. Che è sassofonista e nei giorni dal 21 al 25 agosto nel crocevia dei corsi Ercole d’Este e Biagio Rossetti, non lontano dal castello estense, si è esibita all’interno del sestetto ispanico degli Arajuezzjazzband. Il messaggio del libro è che ad esibirti sulla strada col tuo strumento e la tua voce può condurti la vita stessa. E nient’affatto come rimedio. Bensì come vittoria e conquista. Per Flor il busking è stato l’arrivo di un percorso di uscita dal dolore e di ricerca di sé.

Intermettendo la narrazione con brani del sassofono, Flor lo ha raccontato questo percorso, che partendo da un “terreno vuoto”, da “rovine”, da un “niente”,  l’ha condotta a capire  “che la mia ricchezza era il mondo, che era lì sulla strada”. Dove Flor ha cominciato a suonare superando “paura e timidezza”. Per poco. Una mezz’ora al giorno. Per scoprire però rapidamente “che quel poco tempo era diventato il migliore della mia giornata”. E così è scoccato quello che Flor ripetutamente chiama “innamoramento” (che, poi, è lo stato spirituale che l’ha mossa a raccontare la sua storia: prima sui social, poi in un paio di libri, quest’ultimo in particolare). Di qui la metamorfosi in busker.

“Mi sono innamorata -racconta- quando ho scoperto che la strada è il luogo dove si riconciliano cose diverse. Sulla strada c’è precarietà, estraneità… e poi c’è il busker che sta ai margini” e, mentre suona e canta, guarda. “La strada è un magnifico osservatorio per guardare i bipedi”, un osservatorio molto particolare. E per questo insegna a vivere. Se la strada è il cosmo dell’indifferenza, ebbene “il busker impara a gestirla”, questa indifferenza. Perché, suonando per strada, “io penso sempre di lasciare qualcosa che forse un giorno germoglierà”, qualcosa magari risvegliato da qualcos’altro. Non importa quando. Intanto “io grazie alla strada vedo, scrivo e poi torno a suonare con più consapevolezza…”

Ebbene, questa convinzione, anzi questa consapevolezza, di relazionarsi in qualche modo con coloro che passano, magari senza attribuire valore alla tua performance, rappresenta la magia del busking. E pure, dice Flor, la conquista maggiore nel suo percorso di vita. Non per nulla come ultimo brano ha suonato What a wonderful world di Louis Armstrong. Dedicato al padre, ottantaduenne e fotografo. Che della sua rinascita, anche di scrittrice, è stato il suo booster.

sabato 24 agosto 2024

UN FERRARA BUSKERS FESTIVAL 2024 A PAGAMENTO (11 EURO) E DISLOCATO SUONA COME UNA CONTRADDIZIONE. È ANCORA BUSKER? C’È CHI DICE DI NO

Giacomo, 25 anni, busker ferrarese a tempo pieno, suona Bach col violino dentro la navata dell’ingresso del Castello Estense in questa mattina del terzo giorno del Ferrara Buskers Festival e piace a chi entra ed esce dal cortile del maniero. Tanto che la custodia  dello strumento è bella piena di monetine e pure bigliettoni. Ebbene, Giacomo mi risponde che in Corso Ercole d’Este e in Corso Biagio Rossetti, il cardo e il decumano della cittadella nella quale gli organizzatori hanno collocato la trentasettesima edizione della celeberrima rassegna dei musicisti di strada, non ci andrebbe mai. “Non è busker quella roba lì” sentenzia evidentemente molto grato per essere stato interpellato sull’argomento e potersi sfogare un po’. 

Il cambiamento in effetti non può non far discutere. Busking è musica di strada, è improvvisazione, libertà, socialità, e inscatolare l’arte in un crocevia, per quanto di impareggiabile fascino, con   biglietto d’ingresso (11 euro), controllo di borse e zaini con divieto di introdurre liquidi d’ogni genere, quelli personali in alluminio compresi, non può non apparire prima di tutto singolare. Se non addirittura contraddittorio.

Giacomo, 25, busker ferrarese

Un po’ come la street art in un museo. Anzi, peggio: dopo che hai pagato il biglietto o il pass (40 euro) e dopo aver consumato nell’area food del parco Massari, nel quale la manifestazione dilaga con performance musicali, cartomanti e fish & chips, che voglia hai di darne anche ai musicanti? Anche perché a questo punto non sembrano più busker, ma performer. Niente di strano che girino cacciatori di teste. 

Fino a dieci anni fa, continua Giacomo, il Busker Festival era un’altra cosa: un evento all’insegna della libertà, dell’osmosi col commercio, i cittadini, una festa. Poi di limitazione in restrizione si è approdati via via all’edizione 2024, la prima a pagamento. “I costi organizzativi sono diventati insostenibili” scrive sul catalogo dell’evento per giustificare la scelta Rebecca Bottoni, presidente dell’Associazione Ferrara Buskers Festival, moglie del suo inventore Stefano Bottoni. 

Non bastano purtroppo i contributi regionali (41500 euro) in aggiunta a quelli sicuramente superiori del Comune e di altri sponsor per coprire i 330000 mila necessari. La non gratuita tuttavia ha richiesto anche l’allontanamento dall’area del castello, dove fino all’anno scorso la manifestazione si svolgeva. Le due vie prescelte sono poco più in là, sono monumentali e magnificamente ferraresi, ma stonano con l’evento. 

Ci voleva evidentemente una location sigillabile per far pagare la gabella. Seguendo questa logica però la trentottesima edizione dove andrà? Al polo fieristico?

lunedì 12 agosto 2024

LA VITA ACCANTO DI MARCO TULLIO GIORDANA, MELODRAMMA FAMILIARE, TRAVAGLIO DEL NON DETTO E DEL DISVELAMENTO AL FESTIVAL DI LOCARNO IN PRIMA ASSOLUTA OGGI 12 AGOSTO 2024. NELLE SALE (ANCHE IN ROMAGNA) IL 22 AGOSTO.

MARCO TULLIO GIORDANA

Una macchia per Marco Tullio Giordana non è per sempre. Questo il messaggio che sembrerebbe nutrire il suo ultimo film La vita accanto, tratto dall'omonimo romanzo, presentato oggi 12 agosto in anteprima al Festival di Locarno. Uscirà nelle sale il 22 c.m. (es. Astoria  di Forlì). Ma è quel "non per sempre" che lascia perplessi.

Rebecca rivela questa macchia rossastra sul viso (vistoso angioma) appena uscita dal ventre di Maria, la madre (Valentina  Bellè). Che non la prende bene, ma, scopriremo, non tanto o comunque non solo per l'imperfezione. C'è dell'altro in quel benestante nucleo composto da Rebecca, Maria, Osvaldo (padre e marito) e... Erminia, sorella di Osvaldo.

Il segreto emergerà in tutta l'evidenza, sia pure con le modalità a Giordana più gradite, la collaborazione degli estinti, via via che il dramma approderà al finale rivelatore e Rebecca crescerà in lotta, più ancora che contro il congenito inestetismo, con il non detto e le reticenze del padre. 

A soccorrerala interverranno preziose informazioni dalla madre in parte fornitele, come si diceva, post mortem. In parre lasciatele, per così dire, in eredità. Tutte quante l'aiuteranno a squarciare la nebbia.

Uno squarcio che però non convince. Giordana ha definito egli stesso il suo film melodramma forse per il ruolo importante della musica nella crescita della protagonista. È un dramma con nel finale un eccesso di dolcificante.