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Chissà perché il Comune di Cesena non segue l’esempio del Comune di Forlì e degli altri 12 del comprensorio forlivese che cinque anni fa decisero di affrancarsi da Hera. E, superando tanti ostacoli, fecero la scelta coraggiosa e vincente di costituire Alea, società cosiddetta in house. La quale, sulla base di quanto riportato dal tavolo delle Associazioni Ambientaliste di Forlì e a dispetto dei tanti tentativi di delegittimazione da parte anche di quelle forze politiche che dovrebbero invece sostenere la dimensione pubblica del servizio, non solo segnerebbe una media di 30 euro in meno a carico delle utenze, dei cittadini, rispetto a quelle dei territori gestiti da Hera. Ma anche avrebbe raggiunto l’obiettivo principale: quello della riduzione della produzione di rifiuti e in particolare di quelli da incenerire. Dai dati Ispra relativi al 2021, appare un netto divario rispetto alla quantità dei rifiuti cesenati: 672,71 kg pro capite rispetto ai 470,59 prodotti a Forlì, dei quali solo 76 a testa all’inceneritore.
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Tale risultato è frutto del metodo di raccolta porta a porta integrale impostato rapidamente da Alea con l’eliminazione dei cassonetti stradali e raccogliendo casa per casa tutti i materiali riciclabili, fino ad ottenere l’ambito risultato dell’83% di differenziata. Un dato, proprio in conseguenza del maggior rigore nella differenziazione, più credibile dei 78,5% propagandati da Cesena.
Dove non si capisce perché il metodo utilizzato sia ancora rappresentato dal cosiddetto porta a porta misto (quello integrale riguarderebbe, secondo l'amministrazione comunale, poche migliaia di utenze periferiche) esteso a tutti i quartieri solo due anni fa. Come da tutti risaputo, non garantisce l’elevata qualità merceologica del materiale raccolto, in quanto la presenza dei cassonetti stradali induce a non differenziare in modo responsabile ed efficiente. Tali cassonetti peraltro fungono da attrattori di mini-discariche.
Tanto per rimanere nei luoghi limitrofi ci risulta che altri comuni come Cesenatico si stiano muovendo per aderire ad Alea, mentre altrove, per esempio nel faentino, il porta a porta integrale lo stanno allargando. D’altra parte stiamo parlando di cose ormai risapute. La lezione è partita più di 20 anni fa dal consorzio dei comuni Priula, secondo il modello Contarina riconosciuto tra i migliori in assoluto a livello nazionale e non solo. Quali sono i motivi per cui Cesena non vuole farlo proprio?
Tiziana Lugaresi e Giuseppe Fabbri
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