domenica 5 marzo 2023

ROMAGNA FECI E PETI... CHE PASSIONE!

Alberto Guiducci e Sergio Casablanca sono un duo, I ribaltati, che fa ridere con maestria e talento, e anche virtuosismo. E ieri sera, 4 marzo, al Victor di San Vittore a Cesena, si è confermato nel suo valore, ma scivolando anch’esso, peraltro ai supplementari, un vero peccato, in una sorta di ancestrale richiamo rispetto a cui purtroppo compagnie e artisti locali, qui in Romagna, sembrano ancora incapaci di resistere, in particolare quando recitano in vernacolo. Mi riferisco al ricorso al tema dell’evacuazione con l’armamentario vario di cacca, cagate e peti.

Niente di riprovevole in sé, sia chiaro. La letteratura musicale, poetica e narrativa se ne serve e, per stare in Romagna, ricordo il componimento di Raffaello Baldini, di cui mi sfugge il titolo, ma, come il famoso testo di Gaber in cui immagina Nixon al gabinetto, prende spunto per quella naturale operazione per dire cose che vanno oltre, almeno così mi sembra di ricordare, l’evacuare puro e semplice. Che però come oggetto in sé, cioè se ad esso si ricorre in quanto tale per far ridere, ha l’unico merito, se così si può chiamare, di trascinare il pubblico in una ilarità di natura più che infantile: regressiva. 

A cui pare addirittura incredibile come l’artista in questione possa affidarsi per ottenere applausi presso un pubblico adulto. Anche gli spettacoli della serie Gatòzli, organizzati e ottimamente diretti da Manuela Gori, indulgono spesso, in chiave dialettale, a questi scivoloni fecali.

Per entrare più nel merito del Ribaltati, un conto è l’esilarante scena dell’astronauta che esita a mettere il primo piede sul suolo lunare e quando finalmente lo fa pesta una cacca. Siamo nel comico e nel surreale. Un altro è però un bis rappresentato dai rumori dei peti come pura riproduzione virtuosistica della cacofonia ad essi associata. Un crollo.

giovedì 2 marzo 2023

A CESENA LA RACCOLTA DEI RIFIUTI NON CONVINCE ED È POCO CREDIBILE RIGUARDO AI RISULTATI. FORLÌ, COL PORTA A PORTA INTEGRALE E CON LA GESTIONE DI ALEA, SOCIETÀ PUBBLICA, ESPRIME DATI MIGLIORI RIGUARDO AL DIFFERENZIATO E ALLA QUANTITÀ DI INDIFFERENZIATO CHE VA ALL'INCENERITORE


  1. Chissà perché il Comune di Cesena non segue l’esempio del Comune di Forlì e degli altri 12 del comprensorio forlivese che cinque anni fa decisero di affrancarsi da Hera. E, superando tanti ostacoli, fecero la scelta coraggiosa e vincente di costituire Alea, società cosiddetta in house. La quale, sulla base di quanto riportato dal tavolo delle Associazioni Ambientaliste di Forlì e a dispetto dei tanti tentativi di delegittimazione da parte anche di quelle forze politiche che dovrebbero invece sostenere la dimensione pubblica del servizio, non solo segnerebbe una media di 30 euro in meno a carico delle utenze, dei cittadini, rispetto a quelle dei territori gestiti da Hera. Ma anche avrebbe raggiunto l’obiettivo principale: quello della riduzione della produzione di rifiuti e in particolare di quelli da incenerire. Dai dati Ispra relativi al 2021, appare un netto divario rispetto alla quantità dei rifiuti cesenati: 672,71 kg pro capite rispetto ai 470,59 prodotti a Forlì, dei quali solo 76 a testa all’inceneritore.
  2. Tale risultato è frutto del metodo di raccolta porta a porta integrale impostato rapidamente da Alea con l’eliminazione dei cassonetti stradali e raccogliendo casa per casa tutti i materiali riciclabili, fino ad ottenere l’ambito risultato dell’83% di differenziata. Un dato, proprio in conseguenza del maggior rigore nella differenziazione, più credibile dei 78,5% propagandati da Cesena.

  3. Dove non si capisce perché il metodo utilizzato sia ancora rappresentato dal cosiddetto porta a porta misto (quello integrale riguarderebbe, secondo l'amministrazione comunale, poche migliaia di utenze periferiche) esteso a tutti i quartieri solo due anni fa. Come da tutti risaputo, non garantisce l’elevata qualità merceologica del materiale raccolto, in quanto la presenza dei cassonetti stradali induce a non differenziare in modo responsabile ed efficiente. Tali cassonetti peraltro fungono da attrattori di mini-discariche.

  4. Tanto per rimanere nei luoghi limitrofi ci risulta che altri comuni come Cesenatico si stiano muovendo per aderire ad Alea, mentre altrove, per esempio nel faentino, il porta a porta integrale lo stanno allargando. D’altra parte stiamo parlando di cose ormai risapute. La lezione è partita più di 20 anni fa dal consorzio dei comuni Priula, secondo il modello Contarina riconosciuto tra i migliori in assoluto a livello nazionale e non solo. Quali sono i motivi per cui Cesena non vuole farlo proprio? 

  5. Tiziana Lugaresi e Giuseppe Fabbri