Bravo il neo-sindaco cesenate Enzo
Lattuca. Alla serata dedicata dalla Festa del Partito Democratico sulla Green
Economy, ha parlato di prevenzione, finalmente, come azione imprescindibile per
la tutela della salute, ed ha anche accennato alla stretta interconnessione tra
salute e ambiente. Concetti non certo inediti, ormai comprovati da sicure
evidenze scientifiche, ma che in mostruoso ritardo sui tempi la nostra classe
dirigente non ha fino ad ora fatto propri. È stato un
piccolo segnale, ma speriamo non rimanga a livello di enunciato. Si traduca invece
in azioni finalizzate alla rimozione dei fattori ambientali e sociali correlati
a malattie: quelle malattie che la stessa OMS collega ad esposizioni ambientali
nocive, ma prevenibili con opportuni interventi.
Peccato che invece il governatore dell’Emilia Romagna, gran mattatore della serata,
s'è calato nel solito veemente panegirico di autoincensamento. Nella
foga dell’esaltazione della nostra regione e dei meriti dei suoi governanti, e dei
tanti risultati raggiunti, dei primati sfoderati a ritmo incalzante. Evidente la volontà, anche in questa occasione, di differenziare
l’Emilia Romagna da tutte le altre regioni, piuttosto che costruire un pacato e
produttivo confronto con altri territori, magari per imparare qualcosa.
Gli stessi toni da
invettiva erano pericolosamente più simili agli afflati separatisti della presunta
controparte politica piuttosto che agli ideali ed ai principi democratici della
propria area di appartenenza.
Con tutto questo, il nostro
governatore, pur riconoscendo che in ambito ambientale, in particolare riguardo
al consumo di suolo, ben poco si è fatto, ha strategicamente evitato di
addentrarsi nel tema delle ricadute sui cittadini, e sui rischi in gran parte
già consumati, in termini di salute. Col risultato di limitarsi al frustro
concetto dell’allungamento della vita (che tra l’altro in questi ultimi anni appare dubbio), per affermare che questa è la terra del buon vivere. Dimenticando
l’incidenza delle patologie, in particolar modo degenerative, nei nostri territori
purtroppo elevatissima. L’aumento esponenziale delle disabilità e della
cronicità, a cui non ha fatto riscontro negli anni l’adeguamento dei Servizi
sociali e sanitari. Che anzi hanno registrato una contrazione: con la mancanza
di soluzioni residenziali, con l’ormai residuale assistenza domiciliare, con la
limitazione dei posti letto, con la lentissima, lacunosa implementazione dei
Servizi di prossimità territoriale, ed il cronico superaffollamento, e relative
attese estenuanti, dei Pronto Soccorso.
Problematiche che sempre più
gravano sui cittadini-pazienti e sui loro famigliari, soprattutto a basso
reddito. Per non parlare dei tempi di attesa per una visita specialistica o
esame diagnostico, che non sono affatto "abbattuti”. Anzi permangono
scandalose performance come la seguente: per una densitometria ossea al Bufalini
di Cesena il primo appuntamento possibile è al 28 settembre del 2021.
Sarà un caso che la nostra
regione è seconda solo alla Lombardia per ricorso alla sanità privata?
Quanto al campo sociale è
sconfortante constatare come la nostra regione sia ai primi posti nelle
classifiche negative. Malattie psichiatriche, tassi di suicidio, dipendenze da
alcool e sostanze psicotrope, ludopatie, povertà estreme e disgregazione
familiari. Oltre agli altissimi livelli di incidentalità stradale ed alle
problematiche connesse al mondo del lavoro. Siamo davvero sicuri che l’Emilia-Romagna
è un’isola felice come sostiene Bonaccini?
Strategicamente, raramente sono
trattati questi problemi nella comunicazione pubblica e di fronte alle
innegabili questioni che si presentano. Anzi, l’atteggiamento è sempre di chi scopre le magagne per la prima volta. Mai un placido assumersene la responsabilità. Le cause son sempre esterne o dovute alla crisi,
calata senza preavviso e per motivi indipendenti, ci mancherebbe, dall’operato
di chi governa da decenni la regione con un controllo pervasivo che invade ogni
angolo amministrativo di primo, secondo e terzo livello. E, inutile dirlo, all’avvicinarsi di
ogni tornata elettorale nelle dichiarazioni di rito si profonde in impegni ad avviare profondi cambiamenti. Assolutamente immemori però del pregresso rappresentato da scelte sbagliate,
ostinatamente sbagliate, nonostante avvisaglie e avvertimenti dal basso. Sempre miracolosamente vergini.