Ido Tako, 22 anni |
Shlomi ritorna a Tel Aviv, mentre scopre che si presume per lui la sorte di Shalit, soldato catturato da Hamas e liberato dopo lunga e onerosa trattativa dagli israeliani, e qui il gioco si fa davvero serio. Non ubbidisce all’invito della madre a, per così dire, costituirsi, e si infila invece in un garbuglio sconclusionato di disavventure: fughe, clandestini rientri nella casa, incontri frustranti con la fidanzata in partenza per il Canada. Niente che fili diritto. Più si agita, per scappare e nascondersi, più la sopravvivenza stessa per lui si complica.
Alla conferenza stampa a Locarno 77, dove il film è stato presentato in prima, i critici hanno visto nel protagonista, recitato dall’altrettanto giovane e bravissimo attore Ido Tako, un novello Buster Keaton. I guai in cui si ficca Shlomi sono infatti variegati, imprevedibili e crescenti. Ad un passo dal surreale e perfino dal ridicolo. per quanto Rosenberg, in quella stessa circostanza, abbia enfatizzato invece lo spunto autobiografico della storia. “Soprattutto nella mia testa”.
“Quando ero soldato -ha raccontato- mentre ero di guardia mi sono detto: adesso scappo. E ho cominciato a correre, a camminare nel deserto fino a che non vedevo più nulla e le ultime luci erano solo quelle dell’accampamento. Allora sono tornato”.
Come dire? Magari è un po’ Saltarellò, il nostro Shlomi, ma non così incredibile nel brodo schizofrenico di un paese così sospeso, e certo anche stufo della situazione, tra dramma, morte e... Tel Aviv. Shlomi-Ido in fondo non fa altro che correre e correre per scappare dalla guerra e, da buon giovinastro, ritrovare nella sua città cibo, libertà, sesso e amore. La guerra però non smette di inseguirlo in altre forme.
Nella sostanza un film pacifista. Destinato di sicuro a scarsa fortuna per un po'.
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