L’apice della delusione al SI Fest 2023, festival della fotografia svoltosi a Savignano sul Rubicone tra l’8 e il 10 settembre con prolungamenti nei due week end prossimi, lo si è raggiunto nel cortile della scuola Dante Alighieri, in via Perticari, sabato alle 21. C’era il SI Fest Live con lo schermo, il dj e la piattaforma per performance musicali, ma era deserto dopo aver ospitato la sera prima musica molto di nicchia. Apprezzabile giusto dalla nicchia.
Ma non è un’eccezione questo SI Fest con la Savignano serale senza folla. Organizzato da Alex Majoli e da Savignano Immagini, cose interessanti ne ha esibite eccome: basti Rimini Revisited – Oltre il Mare, scatti inediti di Marco Pesaresi deliziosamente illustrati sabato alle 19.30 dal fotografo e organizzatore Mario Betrambini. Interpreta però perfettamente un certo vizio dei festival del circondario: la pretesa di scimmiottare i grandi appuntamenti nazionali, pur Savignano o Santarcangelo non essendo Roma. Il format deve essere diverso.
Un suggerimento, prima di elaborarne uno nuovo, di valore propedeutico. Il SI Fest di quest’anno ha ricevuto 100 mila euro dal Comune e 30 mila dalla Regione. Nel 2020 addirittura si arriva a 150 mila. Questi festival vivono di soldi pubblici. Ecco, sarebbe una buona cosa che Savignano Immagini, a cui dal 2015 è affidata l’organizzazione, li elencasse tutti nel suo sito. Per trasparenza? Soprattutto come salutare "memo" a se stessa riguardo al legame che vincola il suo operato con le tasche di Pantalone. Gradita anche la rendicontazione finale. Nessuno la fa. Gli incassi, per esempio.
Al quale riguardo un’aggiunta: con la montagna di soldi che ha ricevuto, Savignano Immagini Aps in nome di quale necessità estrema impone ai visitatori un pass di 15 euro? I giovani di Kinetoscopio, organizzatori del Nòt Film Festival a Santarcangelo di Romagna, dopo l’assurdità in passato di otto euro per un corto hanno capito e quest’anno hanno azzerato ogni gabella. Majoli e gli altri imparino da loro.