Il Fantini Club è una piovra balneare che ha inglobato altri due bagni minori a sud e a nord, e oggi si affaccia sul mare e sul lungomare Maria Grazia Deledda a Cervia per diverse decine di metri conquistandosi pure il primo posto tra i lettori del Resto del Carlino nel 2019. E al giornalista che lo perlustra cercando la notizia, una notizia gliela offre. Siamo nella culla, per l’esattezza Cesenatico, del beach tennis col il suo bel World Championship anche quest’anno a maggio, naturalmente a Cesenatico, ma la pallina gialla che impazza a fil di rete non la senti e non la vedi per niente in questo villaggio per bagnanti di quattro ettari con campi e spazi d’ogni genere per fare sport.
Il Fantini Club ci segnala con l’autorevolezza del bagno ultimo modello, del bagno dove hai tutto, dalla suite sotto il sole alla mensa, dalla piadina della azdora al cibo rigorosamente bio, healthy e green, che il vecchio racchettone non sta più sulla cresta dell’onda in Romagna. È stato sostituito dal paddle tennis, questo tennis blu inscatolato nel vetro che, direbbe Diodato, non fa rumore.
Alternativa al paddle se mai è il foot volley, che oggi 9 luglio al Fantini avrà la sua Foot Volley Cup. Resiste il basket a tre, il cui torneo invece sarà il 22-23 luglio, ma a sgomitare c’è pure il take volley giocato sul tavolo da ping pong col pallone e il corpo, mani escluse, come mi spiega al telefono Miriam, una delle responsabili della comunicazione del Fantini, che chiamare bagno non rende perché somiglia di più ad un mutevole contest dell’umano anelito al godimento sulla spiaggia.
Al mio arrivo, in realtà, vengo indirizzato dallo staff con la rigorosa maglietta Fclub a Federica, abito rosso e moglie di Claudio Fantini, il capo, figlio di bagnini, la quale però, nonostante non sia week end, siamo solo a metà mattina e poca gente, come di norma nei feriali, stia sotto gli ombrelloni, non ne ha per nessuno a parte i collaboratori. Pare per via di un matrimonio. Perché al Fantini se vuoi ti sposi pure.
La ritrovo, nel mio girovagare e dopo un caffè non superbo, alla Limonaia, uno spazio inaugurato un paio di settimane fa, un rettangolo ombroso di alberi, stuoie e, certo, anche qualche limone in grossi vasi di coccio, ma non di più dal momento che, pur con una stagione balneare allungata ormai da marzo a tutto ottobre, siamo pur sempre in Romagna, non in Liguria, e se l’ulivo prende benino, per gli agrumi la vita resta dura nonostante il climate change. Peraltro se fossimo in Liguria una settimana al Fantini, ombrellone e due lettini, non sarebbe a 200 euro circa, ma minimo una cinquantina di più e belli schiacciati. Comunque anche qui Federica mi sfugge. Quanto al marito... neanche parlarne.
Mi consola Cinzia, la piadinara, accento cervese tra tanti addetti stranieri, che mi consiglia il pezzo forte del suo menu e cioè la piadina classica, farina, strutto, acqua, sale e un po’ di latte, con prosciutto crudo, squacquerone e rucola. Alla cervese, che è diversa dalla riminese, che è “più sottile”.
Ed emigro, quasi senza accorgermene nel continuum di bagni, verso nord da Marco, La Conchiglia, che definire concorrente di Fantini sarebbe improprio se non altro perché Marco, bagnino d’estate assicuratore d’inverno, mi guida ad un ritaglio di stampa con le foto di Marco e Claudio come esempio, a suo tempo, di bagnini emergenti. Con la differenza, perché da buon romagnolo Marco mi racconta il romanzo della sua vita, che il suo, all’opposto di quello di Claudio, trent’anni fa era un bagno improponibile. Quando invece oggi fattura fino a uno, mi mima col pollice e il giusto orgoglio. Grazie ai suoi 180 ombrelloni (l'amico ne ha 600) e fino ai 30 mila coperti tra pranzo e cena. E pure può sfoggiare il suo bel green: pannelli solari e fotovoltaici a gogo. Oltre alla peculiarità di essere l'unico a Cervia che dal lungomare ti fa scorgere il mare sullo sfondo. Ah, che piacere i bagnini che chiacchierano come una volta!