by giuseppe fabbri
Il
libro che raccoglie in sintesi il suo credo s’intitola Impatto zero (Dissensi, 2017) e davvero Linda Maggiori ci prova a
dimostrarti che non è utopia rendere la nostra umana esistenza individuale
sostenibile al 100%, consigliandoti e suggerendoti come. Ma Linda, oltre che
scrittrice con lo stato di salute della Terra al centro delle sue opere, è
anche una militante ambientalista: militante del terzo millennio, dell’età di Gretha
e delle Cop dall’alternante successo nel convincere i potenti a cambiare rotta
per impedire alla temperatura del pianeta di superare quel 1,5° in più che già
parecchi guai climatici sta producendo, e che comunque sarà superato con
conseguenze imprevedibili. E non perde occasione per combattere sui temi che
più le stanno a cuore. Con tutte le conseguenze del caso. Feroci critiche in
primis. E poi è giovane, donna, pluri-madre, educatrice; e in un quadro
generale che vede il partito italiano dei Verdi faticosamente impegnato a
risorgere e, in particolare in Emilia Romagna, l’associazionismo storico, dal
WWF a Legambiente, vitale a macchie di leopardo e spesso sonnacchioso o incapsulato
nell’establishment, si distingue tremendamente. Risalta come in pole position.
A Faenza, dove vive e massimamente milita, prima di tutto.
Come vive e opera a Faenza un’ambientalista
militante? Hai alleati?
Ho
dalla mia parte gli amici di Legambiente, più anziani di me, che comunque si
occupano delle questioni che più a loro premono. Il consumo del suolo, i
rifiuti… e meno di altre su cui io sono più impegnata come la mobilità
sostenibile.
Quindi Legambiente di Faenza non è come appare
quella cesenate, cioè poco indipendente?
Se
mai sono più vicini ad Altra Faenza: a sinistra ma non il Pd. Ripeto, non sono
esattamente dei giovanotti, ma sulle questioni che a loro più premono sono
strong…
Solo Legambiente ti segue?
No,
c’è poi la Fiab, soprattutto i ciclisti urbani, perché agli altri, i ciclisti
sportivi, l’ambiente non interessa. Sono più giovani e molto attivi. Più che
altrove. Per esempio a Ravenna. E mi stanno aiutando moltissimo. Poi anche gli
amici del Gas (Gruppo Acquisto Solidale, NdR). Finisce lì, però, se togli i ragazzi
di Friday for future coi quali ho collaborato per l’organizzazione dei loro
scioperi. Forse, a occhio, a Forlì la situazione, anche tra i giovani
attivisti, è più vivace. Qui a Faenza anche ai convegni o ai dibattiti su
questioni ambientali partecipano in pochi, massimo una ventina per volta. Mi
pare che prevalga una mentalità più chiusa, forse provinciale… e si fa più
fatica a portare avanti istanze ambientali a meno che non siano ben
circoscritte dentro il politically correct. Se esci da quei confini diventi facilmente
una persona che non si sopporta. Credo per esempio di essermi conquistata
questa fama con la mia battaglia contro il traffico davanti alle scuole…
Che cosa chiedevate di così antagonistico?
Chiudere
al traffico le strade in coincidenza degli istituti, ma è stato come spostare
le montagne. Anche quando alle elementari dei miei figli, di cui sono stata
consigliere d’istituto (fatta fuori) abbiamo ottenuto di chiudere al traffico
mezz’ora davanti alla scuola avevo tutti contro. Perfino gli amici
ambientalisti erano tiepidi. Parlando in generale sono accusata di ricorrere a
metodi e linguaggi violenti per esempio per la mia vicinanza al movimento di
Extinction rebellion, che, attenzione, sono pacifici, non violenti, ma agiscono
con atti di disobbedienza civile come sit-in o altro. Per esempio, per
contrastare l’uso, anche scorretto, cioè invadendo la pista ciclabile presso le
scuole, dell’automobile a settembre-ottobre abbiamo messo, come Fiab Faenza, le
bici in fila lungo il bordo della ciclabile. Gli automobilisti si sono
incavolati perché non potevano parcheggiare come al solito e neanche spostare
le bici perché noi eravamo lì presenti. L’hanno fatto anche in altre città. D’altra
parte se non muovi le acque, facendo magari venire i giornalisti…
Risultati?
La
promessa che faranno i cordoli
A parte questi gesti di disturbo alla
Greepeace, come agisce un’ambientalista d’oggi a livello locale? Illustra per
cortesia un vademecum dell’ambientalista ai tempi di Gretha?
A
livello locale si lavora con i comunicati stampa e con le richieste di incontri
con gli assessori o il sindaco. Raccogliamo petizioni: per esempio con
change.org abbiamo raccolto 10 mila firme per ottenere i treni regionali gratis
fino ai quindici anni come in Lombardia. Adesso hai solo la riduzione fino ai
dodici.
Risultato?
Niente…
ho parlato recentemente anche con l’assessore trasporti Emilia Romagna…
Poi, che fate?
Post
su Facebook che vengono sempre letti da chi conta. Per esempio quando l’amministrazione
ci è parsa che stesse retrocedendo sulle ZTL sono uscita con un post e subito
l’assessore, anche se non compariva che l’avesse letto, si è messo in contatto
con me per spiegarmi che avevo capito male e altro ancora, che io traduco così:
fino al 26 gennaio 2020, cioè alle elezioni regionali in Emilia Romagna, e poi
a maggio alle amministrative, non s’ha da muovere foglia…
A proposito, ho visto che hai dovuto difenderti
da qualche critica per la decisione dei Verdi, e tua come candidata, di convergere col Pd di Bonaccini…
Con
una lista autonoma ci saremmo presi il 5% togliendoli al Partito Democratico e
facendo andar su la Lega. Abbiamo scelto quello che ci sembrava il meno peggio.
Questo però non vi imbavaglia?
Come
Verdi abbiamo bloccato il Prit (Piano Regionale Integrato dei Trasporti, NdR)
in attesa della nuova giunta. E insieme a Extincion rebellion la settimana
scorsa ho partecipato ad una critical mass contro l’allargamento della
tangenziale di mezzo a Bologna la cui approvazione però è molto avanti. Gli stessi
Cinque Stelle sono sembrati, all’epoca del ministro Toninelli, accettarlo. Abbiamo
bloccato la tangenziale, è arrivata la Digos, il Pd non era molto contento.
Certo, se ti metti in coalizione portandoti dietro un programma elettorale alto
e poi voti per l’ennesima autostrada allora sì che ti svendi.
Come descrivi l’identikit dell’ambientalista
d’oggi?
Prima
di tutto deve essere coerente e vivere col minore impatto ambientale possibile.
Quindi deve agire politicamente. E cercare di contaminare altri modi di
pensare. Infine deve essere concreto e cercare di cambiare le cose a livello
alto pur tenendosi libero rispetto alla politica nel senso dei partiti: deve
fare da pungolo e controllo rispetto alle amministrazioni. E poi un’ultima
cosa.
Prego
Quando
ti accorgi che le leggi sono ingiuste io sono d’accordo con la disubbidienza civile
e azioni concrete: azioni di disturbo tipo critical mass…