Cercasi
finanziamenti per mostra storica sulla Romagna (anzi, le romagne) di Pietro Zangheri
ed Emilio Rosetti. Sarebbe anche l’occasione per esibire ad un pubblico più
vasto, anche territorialmente, un autentico gioiello: un plastico della
Romagna realizzato da quel grande scienziato che fu Pietro
Zangheri nato a Forlì nel 1889, ragioniere, direttore dell’istituto per anziani
della sua città, ma anche - come precisa il coordinatore del progetto della mostra Daniele
Zavalloni - dedicò allo studio della terra natale “oltre sessant’anni di
ricerca naturalistica e più di duecento pubblicazioni”.
Storico naturalista cesenate, geografo, direttore della Biblioteca dell’Ecoistituto (Cesena) Zavalloni sta lavorando
all’impresa insieme al Presidente di Pro Natura di Forlì Paolo Silvestri, pur senza ancora la
certezza piena dei finanziamenti (a parte 20 mila euro promessi dal Parco
Nazionale delle Foreste Casentinesi e poco di più da altri sostenitori).
“È
un’autentica opera d’arte – spiega Zavalloni riguardo al plastico- pur non
essendo mai stata considerata quanto tale. Materialmente costituito di vecchio
cartone di 5 millimetri, occupa un’intera stanza perché è un quasi quadrato di
4,5 per 5 metri. Rappresenta con una scala di 1:25mila tutta la Romagna, che dal punto di vista geomorfologico e naturalistico è più amplia di quella
amministrativa, quella attuale, in quanto invade territorio toscano e
marchigiano. Zangheri la compose nell’arco di un trentennio basandosi sulla
cartografia militare, che era realizzata a terra da un misto di competenze: un
ufficiale, un cartografo e un topografo in primis. Si trovava nella casa di
Zangheri e, mentre il resto del materiale dello studioso sta a Verona, questa
meraviglia smontabile in tre parti è stata trasferita a Santa Sofia nella sede
del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi”.
Emilio
Rosetti, il secondo studioso della mostra, nasce invece a Forlimpopoli nel 1839
ed è autore dell’ancora utilissimo volume di settecento pagine intitolato La
Romagna: geografia e storia edito a fine ‘800 da Hoepli. Diversamente da
Zangheri Rosetti scandagliata la Romagna tanto dal punto di vista
naturalistico quanto da quello socio-economico. Località per località. All’interno del
medesimo perimetro, per così dire, allargato.
Preventivata
in 55 mila euro circa, la mostra consisterebbe in disegni, fotografie della Romagna, una traduzione digitale del plastico e pagine internet sul tema: il tutto a coronamento di una ventina di tavole
quadrate di un metro di lato illustranti la vita di questi due grandi
romagnoli. Vita largamente vissuta in Argentina da parte di Rosetti. Invece da
parte di Zangheri ininterrottamente dedita alla ricerca scientifica tanto da
essere definito da Zavalloni “il più grande naturalista del ‘900”. Quindici
tavole per Zangheri, cinque per Rosetti.
In
una certa misura seguirebbe la traccia di un’altra precedente impresa di
Zavalloni e del suo Ecoistituto, a cui Zavalloni vorrebbe, con la biblioteca
specializzata di 15-20 mila volumi, imprimere un rinnovato fervore dopo gli
anni succeduti alla scomparsa del fratello Gianfranco (2012) vero capostipite
dell’ambientalismo cesenate oltre che massimo animatore dell’Ecoistituto. Che quasi
un decennio fa elaborò “venti tavole” illustrative delle opere degli Antonelli
di Gatteo, che sono una famiglia di ingegneri e architetti che nel ‘500 vanno
in Spagna e nelle Antille operando più e meglio del genio vinciano che,
notoriamente, molto ideò ma molto meno realizzò.
Gli
Antonelli, invece, dopo essersi distinti in fatto di ingegneria militare in
occasione dell’assedio di Siena del 1554 da parte di Carlo V e relativi alleati,
dirigono la costruzione di opere pubbliche per i reali di Spagna e Portogallo
quali gli interventi per rendere navigabile il Taro e poi la diga di Tibi. Che è
di mattoni eppure la più alta al mondo. E fortificazioni militari in Africa del
Nord e in America latina tali, quest’ultimi, da mettere in scacco il terribile
corsaro al servizio della regina d’Inghilterra Francis Drake. “Attualmente cinque siti realizzati dagli
Antonelli in America latina sono stati dichiarati dall’Unesco patrimonio
dell’umanità” puntualizza Zavalloni sottolineando anche che nel 2015
l’Ecoistituto partecipò alla settimana della cultura italiana all’Avana proprio
raccontando la vita di questa famiglia con quelle tavole collocate all’interno
dei locali del Castello della Punta”. Oggi il materiale costituisce una “mostra
permanente”.
Vano invece ogni sforzo di esporle a Gatteo, città natale degli Antonelli. ”Ci riuscimmo invece a Vaiano”, nel pratese (Toscana). Zavalloni spera in un maggior successo romagnolo per Zangheri (su cui sta scrivendo una biografia) e Rosetti.
Vano invece ogni sforzo di esporle a Gatteo, città natale degli Antonelli. ”Ci riuscimmo invece a Vaiano”, nel pratese (Toscana). Zavalloni spera in un maggior successo romagnolo per Zangheri (su cui sta scrivendo una biografia) e Rosetti.
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