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| TECLA INSOLIA |
Manco dirlo allontana il giovane partner, probabile padre. Alla madre affettuosamente lontana, nella Sicilia da cui proviene (la storia si svolge a Roma) basta nascondere il fatto e non far vedere la pancia che cresce. Intanto fugge da chi maternamente le tende la mano esibendole solidarietà e offrendole aiuto. E porta la pargola per la città dentro un borsone come una refurtiva provocando pure nello spettatore qualche ansietà sulle sue intenzioni con quel corpicino che piange solo perché ha fame.
Se comunque non voler figli è un sentimento naturale, maschile e femminile, squisitamente cinematografico è invece il trittico datato 2025, certo figlio dei tempi, rappresentato da giovani donne indipendenti ma anche angolose. Insomma, per usare il motto di norma riferito ai maschi, di carattere non facile in quanto... di carattere.
Tale è certamente Nunzia. Ma anche Matilde (Galatea Bellugi), in Cinque secondi di Paolo Virzi, non sfigura. Pure lei col pancione portato come un marsupio, reagisce di brutto sopra le righe con chi, in questo caso paternamente, vorrebbe si desse una regolata. E liquida il giovane padre per una bazzecola. Mentre Marta (Alba Rohrwacher) in Tre ciotole di Isabel Coixet ha addirittura bisogno di apprendere di essere una terminale per diventare un po’ più grata verso la vita e gli altri. Maschi in testa.

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